Peppino Scapucci

La Biografia di Giusppe Scapucci, autore di Una malattia chiamata Uomo

Giuseppe Scapucci nasce a Binasco l’ 8 ottobre 1926. Papà Luigi è muratore; mamma Esterina, mondina, alterna il lavoro nei campi con quello di operaia in piccole aziende artigiane.
A 11 anni, terminate le scuole elementari, deve contribuire a sbarcare il lunario della famiglia e lavora come garzone del fruttivendolo Costantini, detto Spuenta: insieme, alle 5 del mattino,col carretto si recano al Verzè – il mercato ortofrutticolo – e poi girano per le cascine della Bassa milanese per la vendita ambulante della frutta e della verdura.
A 14 anni trova lavoro a Milano come tornitore nella ditta Galieni -Vigano – Marazza, dove già lavorano una ventina di binaschini. L’azienda produce raccordi idraulici e rubinetterie e, durante il
periodo bellico, pezzi per navi e sommergibili. Ma una notte dell’agosto 1943 la fabbrica viene bombardata e ridotta a un cumulo di macerie. Giuseppe, disoccupato, riesce a trovare lavoro come attrezzista nella Cooperativa dei falegnami di Binasco.
Dal 1943 al 1947 frequenta la scuola serale “professionale di tipo commerciale”, istituita all’intemo dell’oratorio di Binasco. Insegnanti sono i professori Rossi e Garavaglia, sfollati da Milano in seguito ai bombardamenti del ’43. Fu proprio il professor Garavaglia a suscitare in Giuseppe l’interesse per la letteratura e, intuendo nel giovane l’attitudine alla scrittura e l’amore per la lettura, quando se ne andò da Binasco, gli donò una cassa piena di libri: la prima biblioteca di Giuseppe.
Nel 1947 deve interrompere gli studi per prestare servizio militare prima a Palermo – è il periodo di Salvatore Giulano – e poi a Roma. Sono questi i primi suoi viaggi e le sue prime esperienze lontano dalla terra natale.
Terminato il servizio militare, torna a lavorare come falegname, per un certo numero di anni e inizia a scrivere racconti (in questo periodo scrive anche lettere d’amore che gli amici inviano alle loro
“morose”).
Intanto entra nella banda parrocchiale come corno inglese e diventa attivista dell’Azione Cattolica, di cui è anche eletto presidente per un anno.
Nell’estate del 1951 da Bordighera invia il manoscritto del suo primo romanzo “Venerina” ad un concorso letterario riservato ai giovani scrittori.
Cambia ancora lavoro: ora è alla cooperativa API come venditore di maglieria. Intanto frequenta la scuola statale serale Oriani di Milano e nel 1956 consegue il diploma di avviamento professionale ad indirizzo commerciale e viene assunto come impiegato presso l’Ufficio Commercianti.
Dall’inizio del 1960 alla fine del 1961 lavora come corrispondente comunale per il lavoro e dal 1962 è impiegato all’Ufficio di collocamento.
Nell’ottobre del 1961 muore papa Luigi.
Sono di questo periodo le stesure di alcuni racconti e del romanzo”I Minuti secondi”, la cui correzione e scrittura definitiva avviene durante il viaggio di nozze, celebrate il 3 novembre 1962 con Anna Maria Rognoni.
Dal 1950 con un gruppo di amici binaschini matura il desiderio di un cristianesimo più aderente al testo del Vangelo che lo spinge a conoscere don Primo Mazzolali e ad avere con lui una fitta corrispondenza. Dopo la morte di don Primo (1959), Giuseppe ed Emiliano Vercellesi, l’amico di tutta la sua vita, inviano una copia del libro “La Parrocchia” a quasi tutti i sacerdoti d’Italia.
A partire da questi anni, i ricordi di Giuseppe, i suoi amici, le situazioni, i casi della vita, i racconti dei conoscenti, diventano materiale per la scrittura e si concretizzano in poesie, racconti,drammaturgie, romanzi e storie per film.
La Vita e l’Amore, sentiti sinceramente nel loro irrinunciabile valore esistenziale, lo spingono a non essere mai indifferente ai bisogni e alle necessità del prossimo. Contrapposta a questa innata generosità in Giuseppe c’è un’irrefrenabile intransigenza, che lo porta alla denuncia pubblica con le sue opere letterarie, nei confronti della meschinità, dell’arrivismo, della prevaricazione, dei subdoli giochi di potere.
Tra il 1968 e il 1972 alcuni giovani danno vita a vivaci gruppi culturali; alcuni di questi giovani diventano intimi amici di Giuseppe e con il suo stimolo tutto diventa fermento, tutto è messo in discussione, la cultura binaschina rinasce: vengono organizzate mostre di pittura, letture di poesie. Nel 1974 viene proposta ai binaschini la settimana della poesia e il paese si riempie di enormi cubi e parallelepipedi di polistirolo itineranti, sulle cui facce vengono trascritte in caratteri cubitali poesie di autori d’avanguardia.
Il 1974 è anche l’anno della fondazione del Gruppo di Pasturago, con sede nella vecchia canonica della chiesa parrocchiale, con teatrino nel quale si recita, si rappresentano opere teatrali, si proiettano film d’autore e audiovisivi, si ascolta musica, si organizzano conferenze e dibattiti. La fama del gruppo presto si allarga e anche dai paesi vicini giungono poeti e artisti che vogliono partecipare e confrontarsi per crescere culturalmente.
Iniziano le amicizie con alcuni scrittori, registi o critici letterari: con Colla della casa editrice La Locusta, con Pontiggia, con Barsacchi e con la compagnia teatrale i Rabdomanti di Milano. Nel frattempo intrattiene rapporti epistolari con Cario Bo e con Ferruccio Parazzoli.
Quando i figli Luigi e Mario sono grandicelli, Giuseppe intraprende una serie di viaggi; il suo è turismo letterario per trovare ispirazione e conoscenza dai luoghi celebrati da scrittori e poeti o nei quali essi vissero.
1972: è in Unione Sovietica “per respirare l’aria” di Majakovskij, di Pasternak e di altri dissidenti (anche Giuseppe, quando scrive, si sente un dissidente e, dopo quel viaggio, cominciano ad arrivare nelle case degli amici i suoi Samizdat).
1973: visita Parigi, Bruxelles e Londra.
1974: si reca in Norvegia guidato dalla lettura appassionata del dramma “Casa di bambola” di Ibsen.
1975: soggiorna in Egitto.
1976: dopo aver letto le opere di Kafka, visita la Cecoslovacchia e si reca a Praga “tra i corvi neri del cimitero ebraico”.
1977: è in Marocco e in Spagna: qui visita l’Andalusia e la Fuente
Grande, dove Garcia Lorca fu fucilato dalla guardia civil.
1978; visita la Grecia, la Turchia e i loro templi.
1980: si reca in Israele.
1981: visita la Germania, l’Austria e il campo di sterminio di Mauthausen.
1982: ha in programma per settembre un viaggio in Egitto, perché in quella terra è ambientato “L’amante dell’ingegnere”, il romanzo che ha in cantiere.
Il 31 agosto 1982 muore in seguito ad un incidente stradale.

1 commento

  1. Conoscevo Peppino, io bambino e lui maestro di vita, ricordi di quando Binasco allagata dalla piena del Ticinello era praticamente isolata ed io con altri bambini abitavamo nella Corte dei tre Re. Erano momenti duri quelli, ma ricordo Peppino sotto i portici che ci parlava del più e del meno (ora non ricordo esattamente di cosa) ma rileggendo la sua biografia, mi sono tornati in mente questi ricordi d’infanzia e di uomo.


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